Sopra le nuvole c'è sempre il sole

14.02.2017 20:58

"C'è una crepa nei miei pensieri che, non sempre, mi da fastidio, a guardarla. Detta così sembra la lettera di un folle, di quelli che nei film americani ammazzano quantità industriali di persone e poi scrivono: « vi prego, fermatemi ». Niente di tutto questo , eh, mi raccomando. Solo che... quella piccola crepa nelle pareti dei pensieri dicono che ce l'abbiano tutti. Ecco, la mia si è un po' ingrandita. Il che significa che entra la pioggia; ma anche il sole. Ci sono giornate che quel sole meraviglioso che c'è fuori le contagia, queste cogitanze turbate e tutto sembra bello. Quando lei sta meglio, il sole mi scalda, quando è triste e stanca, la pioggia mi gela le ossa e..." - E tu hai scritto tutta questa pappardella per dire che sei innamorato? - Sgriz si appoggiò al muro, sconfortato, guardando l'amico che aveva appena commentato lo scritto: - Sì, ma non è proprio... - replicò a stento. - Sei innamorato, pistolone. Davvero. Ammettilo - - E va bene! - sbottò Sgriz - E' vero. Come sei rozzo e prosaico nel dire 'ste cose - - Come sono? Dai, ridillo se hai coraggio - Sgriz rise, per la prima volta da un pezzo. Capì finalmente, doveva avere i riflessi rallentati in quell'ultimo periodo, che l'amico cercava di scherzare. L'aveva capito eccome e sapeva che nell'amore non c'è niente di spettrale, anzi. Era solo lui che aveva descritto la situazione così. Cosa c'era di strano? - Non ti chiedo com'è perché è una domanda idiota, ma... cosa c'è che ti turba tanto in questo? - Sgriz sospirò e per la prima volta più che tetro sembrò veramente impaurito. - Sai, certi sguardi duri, aggressivi che ha, quando la prendo per mano. A volte...  - E quindi in poche parole mi stai dicendo che... tu ti sei innamorato di... - - Venanzia - - Venanzia... Venanzia??? Povera stella. Va bò... che ti sei innamorato di Venanzia perché ti fa paura? O invece per... - e chiarì il concetto con un gesto inequivocabile. Il che fece infuriare Sgriz: - Pensi davvero che io sia così... così bestia da pensare solo a quello? Come ti permetti... - - Oh, ecco! Così mi piaci. Era proprio qui che ti volevo. Ascoltami bene amico, ascolta le parole del tuo amico Fleppino che in fondo in fondo, ma molto in fondo, ti vuole un po' bene. Quando ho conosciuto la mia... come dire? Ero l'uomo più impaurito e felice del mondo; e ancora adesso sono felice di averla conosciuta, di amarla e... non mi far dire troppo, che non sono abituato a raccontare 'ste cose. Sono beato. A volte riderei come un asino con la tosse. Ho avuto tra l'altro anche la straordinaria fortuna di trovare una in gamba che mi da dei potenti calcioni nel posteriore, metaforicamente s'intende, quando mi butto un po' giù. 'Piantala e datti una mossa', è meravigliosa. Da tutte le angolazioni; e tu invece, mogio mogio, parli di una che ti inquieta, scrivi di crepe nei muri, hai paura del suo sguardo... sei più strano della tua solita media, Sgri - Sgriz scattò di lato con un movimento improvviso che sorprese Fleppi. - L'hai sentito? - chiese - L'hai sentito anche tu? - - Sì, è quello del piano di sopra che pianta chiodi nel muro. Il solito, su - Fleppi guardò in faccia l'amico e si preoccupò davvero - Andiamo in terrazzo a fumare, va - Uscirono, guardarono laggiù, nella strada e Sgriz la vide. Ferma, nera nel buio della sera tarda. Oscura: - Eccola, è lei - annunciò, con un filo di voce. Maximus - Venanzia parlava al cellulare, gli occhi assorti e un sorriso leggero che le increspava la bocca. La sua amica Marturana, di un anno più piccola, ma dall'esperienza di una cinquantenne navigata, le stava raccontando quello che voleva sentire. Era un fiume in piena, sciorinava consigli, le dava dritte e sperava in questo modo di metterla sulla strada giusta. -Dici che Sgriz non se ne accorgerà?- un minimo di timore aleggiava nei pensieri di Venanzia. -Ma chi, quello stordito poetucolo scribacchino da quattro soldi? Vai tranquilla, basta che gliela fai vedere da lontano e quello non capisce più nulla- fece una risata stridula. -Sei stata in gamba a dargli corda, vedrai che la strada sarà tutta in discesa-. -Mi sento un verme ad usarlo...-. -Veny, ma la vuoi finire? Ho visto con che occhi ti guarda Fleppi quando ti incontra, lo stesso che faceva con me prima che gli dessi buca mettendomi a limonare con Plutarco davanti agli occhi. Maniere dure, ma dal risultato sicuro!-. Spense il telefono e si accorse di essere nei paraggi della casa di Sgriz. Guardò il portone, poi alzò gli occhi e per poco non gli venne un colpo. Fleppi era affacciato al terrazzo, la sigaretta tra le labbra e quel ciuffo sbarazzino che la faceva impazzire. Sgriz alzò la mano in cenno di saluto, l'aria imbarazzata, per poi ritrarla subito. Non se la sentiva di incontrarli insieme, non quella sera, dopo che Marty le aveva detto tutte quelle cose. C'era il problema della ragazza di Fleppi, un tipo non facile, che l'amica si stava lavorando, essendo abbastanza in confidenza. Rispose al saluto frettolosamente, poi affrettò il passo verso l'angolo della via, sparendo dagli occhi dei due. -Sei un cazzone!- disse Flappi. -Sei ancora qui? Ma scendi a rincorrerla!-. Maximus - Le gambe di Sgriz erano come paralizzate, la vista di Venanzia l'aveva reso mollo come burro fuso. In mano teneva il foglio con cui dichiarava il proprio amore, e lei era a un passo. -Forza, prendi 'sta cazzo di... come si chiama? Dichiarazione? Quello che è: scendi e dagliela- poi si mise a ridere. -Vedrai che poi qualcosa darà anche a te!-. Sgriz avvertì fastidio nell'udire quelle parole; come poteva pensare che tutto si riducesse al sesso? Forse per Fleppi era così, ma lui considerava l'universo femminile con rispetto. Piuttosto di sentirlo ancora parlare decise di uscire, lasciandolo solo sul terrazzo. -Così si fa, amico. Rimango qui ad osservarti e...- guardò l'orologio, -ti do cinque minuti da adesso e voglio vederti spuntare dal vicolo con lei. Io esco, ti lascio casa libera e... vai liscio!-. Raggiunse la porta, sbattendosela dietro, come fosse un muro impenetrabile che lo divideva da lui, quello che considerava il più caro amico. Solo ora si accorgeva di come fossero diversi. In strada non c'era nessuno, tranne alcuni gatti randagi che gli rivolsero sguardi affamati. Affrettò il passo e dopo qualche decina di metri la intercettò. Il cuore ebbe un sussulto, Venanzia era ciò che lo rendeva felice, riempiva la sua mente di colori, un arcobaleno tra le nuvole nere della vita. Lei spostò il capo, quel tanto che le permise di vederlo. Cosa aveva in mente quel tipo? Quella sera non era ancora pronta, sebbene Marturana l'avesse imbottita di informazioni e tattiche. In cuor suo sapeva di stare per usare per fini personali un essere umano, con sentimenti importanti quanto i suoi, innamorato di lei e casualmente amico di Fleppi. Stava facendo la cosa giusta o si stava buttando in qualcosa che l'avrebbe segnata per sempre? raffaelemerloni - 5 (https://it.20lines.com/read/312363/sopra-le-nuvole-c-e-sempre-il-sole) "Non credevo di trovarti qui, però ti ho trovata qui.." "A quanto pare..." "Perché ho l'impressione che negli ultimi giorni tu mi stia sfuggendo?" "Cosa te lo fa pensare? Non siamo stati bene martedì, in barca?" "Eh, sono passati quattro giorni...poi mica ti sei fatta risentire tu!" "Hai ragione. Senti, ma il tuo amico Fleparisto cosa dice di me?" "Vuoi dire Fleppi? Mi fa strano che lo chiami col nome d'ordinanza...perché vuoi sapere cosa pensa? "Eh? Non so...un parere esterno. Secondo te gli piaccio?" "A Fleppi? A Fleppi piacciono tutte, basta che respirino, ma tu sei diversa, lo so." "Come sono?" "Sei una ragazza adorabile e se tu fossi mia sarei l'uomo più felice del mondo. Vuoi rendermi l'uomo più felice del mondo, Veny?" La ragazza strinse gli occhi come fossero due fessure. "Sgriz, ad essere sincera non so se credo ancora all'amore, quella cosa di cui parlano tutti..." "No? Ma sei ancora giovane! E allora in cosa credi?" "Credo nel prendere la vita a calci, ma mi è venuta in mente una cosa. E' un secolo che vorrei andare al vecchio faro di Porlanda e pure una mia mica, Ines. Potremmo fare una gita a quattro, io tu, il tuo amico Fleparisto e Ines. Che ne dici? Ines è in cerca di un fidanzato e pensavo..." "Sai Venanzia...credo sia un'ottima idea!" Ed ecco che sul viso della ragazza apparve un sorriso raggiante. mirianakuntz Il faro di Porlanda era affiancato da una casina bianca e piccola, tutto intorno una tipica scogliera, e un muro di mare, alto, duro, fitto come una lastra di mattoni. Decisero di incontrarsi lì per il pomeriggio, un orario che si avvicinasse alla frescura della sera, e all'intimità della notte. Da lontano Sgriz e Fleppy videro le due giovani sedute lì accanto. La casina alle loro spalle aumentava lo splendore di Venanzia, quanto ad Ines mai in più cosa brutta i loro occhi si imbatterono. Ines era bassa, tozza, aveva gli occhi incavati, ma le sue pupille sporgevano in avanti come due vasi che si affacciano su un davanzale, ma i suoi fiori erano completamente appassiti e grigiastri. Indossava un gonnellone a balze, con fiori grossi quanto frutti, i suoi capelli erano un ammasso arruffato, simile alla paglia. Tutti i colori impasticciati sui suoi vestiti e sulla sua faccia le morivano addosso. Il rosso diveniva nero, il bianco diveniva grigio. Venanzia seppur certamente meno incipriata, mostrava un fascino incantato. I due si avvicinarono lentamente alle ragazze, Veny fece un passo avanti, verso di loro, o meglio verso Fleppy, ed Ines quasi impaurita ne fece uno indietro. "Questa è la mia amica Ines, è da tanto in cerca della sua anima gemella, così mi chiedevo se.." iniziò Venanzia. "Fleppy le renderà la serata unica.." balbettò Sgriz ormai completamente rapito dalla bellezza della prima ragazza. "Beh in realtà Sgriz, pensavo che tu potessi allietare la sua di sera, mentre Fleppy si occuperà della mia.." rispose Venanzia visibilmente rossa in viso. Fleppy si guardò intorno imbarazzato, attonito, poi quasi come se avesse perso la faccia in caso si fosse rifiutato, sorrise a Sgriz, gli fece un occhiolino e prese Venanzia sotto braccio. I due si allontanarono verso il mare, a piedi nudi, nell'acqua fredda.